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Le lingue e le culture

Questa dimensione affronta la sfera delle conoscenze relative alle lingue e alle culture secondo una prospettiva plurilingue e comparativa. Sul piano della comunicazione, i descrittori si concentrano sui principi d'organizzazione e d'uso sociale di una lingua, ivi compreso il ruolo della cultura nella comunicazione così come il suo rapporto con gli elementi linguistici ed extra-linguistici. Sul piano linguistico, l'accento viene messo sulla conoscenza di nozioni come multi- e plurilinguismo, famiglia di lingue, intercomprensione, varietà intra ed interlinguistiche e sulla capaciità di dare evidenza agli aspetti condivisi delle lingue studiate.

 

2.1. Avere una base di conoscenze sulle nozioni di lingua e di plurilinguismo

 

Non si tratta di formare specialisti in linguistica: l'esposizione ad una situazione plurilingue conduce naturalmente ad interrogarsi sulla molteplicità delle lingue nella comunicazione umana e sul plurilinguismo come politica linguistica.

 


2.1.1. Comprendere i principi d'organizzazione d'uso di una lingua

  • Comprendere i principi secondo cui le lingue sono organizzate e impiegate (cfr. CARAP K1).

E' utile consultare i descrittori elaborati nel CARAP carap.ecml.at (I saperi. K1 - La lingua come sistema semiologico) per riflettere su alcuni principi di base del funzionamento linguistico. Per esempio: il rapporto arbitrario tra referente e significante; il fatto che due parole di forma simile in lingue diverse non hanno necessariamente lo stesso significato; il fatto che esistono sempre delle varietà all'interno di una stessa lingua; il fatto che esistono diffferenze di funzionamento tra lingua scritta e lingua orale... Tali principi potranno essere compresi fin dal Livello I.

 

  • Comprendere il loro uso sociale (cfr. CARAP K2, K3)

E' utile consultare i descrittori elaborati nel CARAP carap.ecml.at (I saper. K 2 - Conoscere il ruolo della società nel funzionamento delle lingue e delle lingue nel funzionamento della società, K3 - Conoscere alcuni principi d funzionamento della comunicazione) per riflettere sulla dimensione sociale dell'uso delle lingue. Per esempio, fin dal livello 1: sapere che le varietà linguistiche possono essere legittimate in certi contesti; sapere che occorre adattare il proprio repertorio comunicativo al contesto sociale in cui la comunicazione si svolge.

2.1.2. Avere una base di conoscenze sulla diversità e sulla varietà linguistica

  • Sapere che esiste una grande pluralità di lingue attraverso il mondo (cfr. CARAP K5)

E' utiile consultare i descrittori elaborati nel CARAP K5 carap.ecml. L'intercomprensione è una modalità comunicativa che permette di muoversi nella pluralità delle lingue e delle varietà linguistiche (Livelo I).

 

  • Conoscere le nozioni di multilinguismo e di plurilinguismo (cfr. CECR)

Vedere le definizioni dei due concetti nel capitolo 1.3 " Cosa si intende con plurilinguismo? del CECR coe.int (Livello II).

  • Sapere che le lingue presentano varietà geografiche e sociali che possono rivelarsi più o meno comprensibili in funzione della o delle lingue note.

Queste varietà possono anche rappresentare delle passerelle tra le lingue sin dal livello I. Per esempio, il napoletano presenta forme d'origine francese e spagnola. NAP: Abbàscio; IT giù; ES abajo; CAT a baix; PORT abaixo. Progressivamente dal Livello II al Livello III si tratterà di comprendere un numero crescente di varietà differenti.

2.2. Avere una base di conoscenze sulle lingue affini

L'intercomprensione è un processo che si può applicare a tutte le lingue, attraverso il processo d'inferenza, attivandosi  soprattutto a partire dalle somiglianze che esistono tra le lingue d'uno stesso gruppo. Una conoscenza di alcune particolarità delle lingue presenti nella situazione comuncativa, della loro storia e dei loro legami facilita l'apprendimento della pluralità.

 

2.2.1. Comprendere la nozione di famiglie di lingue

  • Sapere a quali famiglie linguistiche appartengono le lingue del proprio profilo e del proprio ambiente

Livello I: Introduttivamente, l'insegnante presenterà la nozione di famiglia di lingue wikipedia.Langues_par_famille. A partire dai profili linguistici dei discenti, si cercheranno informazioni sulle famiglie di lingue interessate.

  • Avere una base di conoscenze sull'evoluzione storica delle famiglie di lingue e delle lingue che le compongono, della loro diffusione geografica e sociale e del loro statuto socio-politico (cfr. CARAP K4) carap.ecml

Livello I: Prendere coscienza delle somiglianze interlinguistiche dovute a una storia comune delle lingue. Per esempio, per le lingue indo-europee, si possono impiegare le tavole di corrispondenza lessicale: Vocabulaire_indo-européen.

Livello II: Incrementare la propria conoscenza linguistica sulle lingue: distribuzione geografica, numero di locutori, origine e sviluppo storico, varietà, caratteristiche linguistiche, un mini-lessico. La serie dei manuali EuroCom offre un'ampia raccolta di piccoli ritratti di lingue europee. Per le lingue romanze, i documenti sono disponibili online in inglese, eurocom.linguistic_portraits.

Le versioni cartacee sono disponibili nelle lingue seguenti: tedesco, inglese, catalano, spagnolo, frqancese, gallego, italiano, olandese, polacco, romeno. Questi documenti possono anche essere proposti nella prima lingua del discente. Per le lngue tedesche (in tedesco): eurocomgerm.

Esistono ulteriori risorse sulla piattaforma Galanet; per esempio, per la presentazione del romeno per italofoni vedere galanet.roumain_roumanie.
 

2.2.2. Conoscere alcune particolarità linguistiche delle lingue in presenza

  • Saper identificare le lingue in presenza sulla base di alcuni segni particolari.

Livello I: si può riconoscere la lingua di un testo scritto

- a partire dal suo alfabeto e dalla sua immagine grafica (per esempio, ç / â / ã / ê / œ / ß / uu / æ / Ø / ę / ů, etc.) ;
- e a partire da elementi morfosintattici (come per esempio gli articoli, la desinenza verbale, ecc.)
 

  • Conoscere le principali specificità (grafiche, lessicali e morfosintattiche) delle lingue trattate per costruirsi una grammatica di comprensione

Livello I: Attraverso l'osservazione dei testi in diverse lingue, il discente può individuare le regolarità di ciascuna lingua e le regole di passaggio da una lingua a un'altra (cfr. I 7 filtri di EuroCom). I discenti tesaurizzano progressivamente le conoscenze linguistiche e le memorizzano.

Livello II: Per rinforzare questo apprendimento, si possono utilizzare le tavole sinottiche di grammatica come nelle pagine finali del manuale Eurom5 e nelle tabelledi grammatica di Galanet, galanet.tables_grammaire.

 

  • Percepire le differenza fonologiche e prosodiche distintive delle lingue in presenza.

Livello I: Per esempio, la presenza delle nasali in portoghese e in francese, della "jota" in spagnolo, la massiccia presenza di vocali in fine di parola in italiano... Si possono impiegare le risorse presenti sulla piattaforma Galanet, come galanet.phonétique_fr/it.

  • Progressivamente, dal livello I al livello III si tratterà di percepire le variaioni fonetiche per ciascuna lingua.

2.3. Avere conoscenze sui legami tra le lingue e le culture

2.3.1. Sapere che esistono relazioni complesse tra lingue, culture e società.

  • Sapere che una comunità linguistica non corrisponde necessariamente a un'identità nazionale unica.

I partecipanti a uno scambio plurilingue devono prendere coscienza del fatto che i loro interlocutori, tutti appartenenti a una comunità che condivide una data lingua, non sono per questo i rappresentanti di una cultura nazionale univoca (per esempio i portoghesi per tutti i lusofoni, i francesi per tutti i francofoni, ecc.).

  • Sapere che la diversità culturale comprende una variabilità sociale (cfr. CARAP K9)

Nel CARAP (carap_K9), si trovano alcuni descrittori riguardanti il tipo di variabilità.

Le pratiche linguistico-culturali variano a seconda dei gruppi sociali, regionali o generazionali. In una interazione intercomprensiva, l'impiego di tali varianti è legittimo e fonte di rcchezza lessicale-culturale. Tuttavia, i partecipanti dovranno segnalare ai loro interlocutori che si tratta di usi non standard, affinché questi ultimi scelgano con cognizione di causa come trattare questi elementi linguistici (limitarsi a compendere, apprenderli, riutilizzarli....).

 

2.3.2. Sapere che la cultura svolge un ruolo nella comunicazione plurilingue

  • Sapere che la comprensione di un discorso scritto o orale dipende da fattori linguistici ma anche culturali

Per esempio, un testo può essere trasparente da un punto di vista linguistico, ma creare un problema d'interpretazione dovuto a modelli comportamentali e a riferimenti culturali non condivisi.

  • Sapere che le rappresentazioni culturali possono condurre a fraintendimenti interculturali (cfr. CARAP K10)

Le rappresentazioni (auto ed etero-rappresentazioni) e gli stereotipi costituiscono talvolta dei filtri che bloccano o fuorviano l'interpretazione del messaggio dell'altro. Vedere a questo proposito la sezione K10 del CARAP (carap_K10).

  • Conoscere alcuni riferimenti culturali di tipo enciclopedico

L'interazione plurilingue è un'occasione da cogliere per scoprire e far scoprire alcuni elementi culturali. Se l'educazione interculturale mette l'accento sullo sviluppo delle attitudini e del saper essere, la conoscenza fattuale degli eventi culturali può talora costituire una base per l'interpretazione e la comprensione della diversità culturale.

  • Sapere che certi elementi lessicali si riferiscono a realtà socioculturali che non sempre hanno un equivalente in altri contesti.

Per esempio: il quoziente familiare nella politica fiscale francese; primo e secondo piatto nell'organizzazione del pasto all'italiana; saudade come sentimento legato alla cultura lusofona.

 

2.3.3. Sapere che prossimità linguistica o pragmatica non implica identità di riferimenti socio-culturali

  • Sapere che certi elementi lessicali designano realtà socioculturali differenti o parzialmente differenti in base alle comunità.

Per esempio le forme-calco non ricoprono la stessa funzione in un'organizzazione sociale: recteur (FR) / rettore (IT), collège (FR) / colégio (ES) / collegio (IT) ; docteur (FR) / dottore (IT) ; préfet (FR) / prefect (CAT) / prefeito (PORT) / prefetto (IT), ecc.

 

  • Sapere che certi elementi lessicali affini per  forma e significato presentano differenze di connotazione legate a realtà socioculturali differenti.

Per esempio: Mezzogiorno (IT) / Midi (FR), province (FR) / provincia (IT) …

  • Sapere che i gesti e la mimica possono somigliarsi ma avere significati differenti.

Per il francese, gli esempi di "dizionari dei gesti" sono consultabili su lepointdufle_interculturel. Per l'italiano, si veda youtube.fabiocaon.

  • Sapere che l'uso di certi giri di frase e forme del discorso varia a seconda delle comunità dei parlanti.

Per esempio il darsi del tu o del voi, le allocuzioni, le formule di apertura e di chiusura di un'interazione, i giri di parole, ecc.