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L'interazione plurilingue e interculturale

 

Interagire non solo faccia a faccia, ma anche a distanza è ormai semplice grazie alla diffusione delle tecnologie di comunicazione. In intercomprensione ciò rende possibile scambi con interlocutori di tutto il mondo.

I descrittori di questa sezione guidano i discenti a concentrarsi anzituttto sull'osservazione del funzionamento delle interazioni plurilingui (5.1) e, in seguito, sulle competenze da attivare per partecipare a tali interazioni, per scritto e oralmente 5.2).

 

5.1. Comprendere la situazione prima di interagire

L'interazione in intercomprensione è un'attività più complessa di una semplice successione di ricezioni (in lingua seconda) e produzioni (in lingua prima). Comprendere le specificità dell'interazione plurilingue costituisce un primo passo per imparare a impegnarsi in modo collaborativo.

 

5.1.1. Saper identificare i tipi e i contesti dell'interazione per attivare una modalità di comunicazione adeguata

 

  • identificare le specificità, le risorse e i vincoli del canale del dispositivo di comunicazione attivato

        Prima di addentrarsi nell'interazione plurilingue è necessario che i partecipanti verifichino se si tratti di un interazione orale/scritta/mista, di una interazione in diretta/in differita, per attivare le risorse comunicative adeguate

  • identificare le caratteristiche del contesto d'interazione

        I partecipanti analizzano il contesto d'interazione, di tipo formale (formazione, contesto professionale) o informale (conversazione della vita quotidiana), con l'intento di adottare registri linguistici e competenze discorsive, testuali e socio-culturali adeguate
 

5.1.2. Saper comprendere le intenzioni generali o parziali dell'interazione plurilingue per cooperare

  • Capire quale sia l'obiettivo globale dello scambio, la natura e la finalità del compito da eseguire.

La motivazione e lo sforzo di partecipazione sono sostenuti da una chiara percezione degli obiettivi sui quali fondare il proprio impegno e dei compiti da eseguire in modo collaborativo

  • individuare lo schema comunicativo delle interazioni per programmare il proprio intervento nello scambio.

Prima di intervenire è necessario analizzare lo scambio in corso: chi parla a chi, di cosa, perché, ecc.

  • Analizzare globalmente gli atti conversazionali realizzati come base di comprensione per reagire in modo pertinente.

A un livello iniziale I, è possbile che i partecipanti non comprenderanno i dettagli del messaggio degli interlocutori, ma essere in grado di capire nell'insieme l'atto conversazionale realizzato (salutare, iniziare uno scambio, reagire a ciò che gli altri hannno detto, ringraziare, fornire o difendere un punto di vista personale, prendere congedo...) costituisce una prima tappa di compentenza

  • individuare lo schema generale dello sviluppo tematico per fare il proprio intervento in un modo pertinente, che contribuisca allo sviluppo del tema stesso. 

A un livello II, lo svilppo argomentativo è più complesso ed è necessario seguire un corso; introduzione, cambio di soggetto, sviluppo delle tematiche, conclusione, ecc.

 

5.1.3. Saper interpretare le specificità della dinamica di un'interazione plurilingue e pluriculturale per reagire in modo costruttivo

  •  sapere che la comunicazione plurilingue implica un pesante sforzo cognitivo così da reagire in modo adeguato

Muoversi tra più lingue comporta una fatica che può condurre a un basso livello di partecipazione: prederne coscienza e riconoscerlo aiuta i partecipanti a non scoraggiarsi e ad affrontare i momenti d'impasse come parte di un processo dinamico (livello II).

  • riconoscere i momenti di rallentamento nella costruzione dello scambio dovuti a difficoltà linguistiche, per prendere adeguate contromisure.

Un blocco dello scambio può talvolta intervenire a causa di un'opacità linguistica su un elemento portante.


I partecipanti possono sforzarsi di individuare il momento in cui essi hanno perduto il filo della conversazione e provare a concentrarsi su eventuali elementi linguistici che sono risultati d'ostacolo (Livello II).

 

  • individuare eventuali incomprensioni dovute all'assenza di riferimenti culturali condivisii, a tracce di etnocentrismo, a stili d'interazione differenti.
A un livello avanzato (III), i partecipanti possono arrivare a constatare che certi fraintendimenti interculturali bloccano lo sviluppo della cooperazione. Essi cercherannno ipotesi d'interpretazione per attuare strategie di contromisura.
 
 

5.2. Saper partecipare a un’interazione plurilingue

La partecipazione a un’interazione plurilingue si può realizzare in contesti più o meno formali (vita quotidiana o progetti istituzionali) che richiedono competenze diverse.

In tutti i casi si tratta di una comunicazione collaborativa che implica uno sforzo d’adattamento della propria produzione per facilitare la comprensione reciproca.
 

5.2.1 Sapersi impegnare in una interazione in una situazione di vita quotidiana

 

Manifestare la propria volontà di iniziare/accettare uno scambio

Si tratta di accettare di mettersi in gioco in una situazione di comunicazione spontanea (viaggi, chiacchiere informali, relazioni sociali), anche quando non si conosce la lingua dell’interlocutore senza bloccare a priori la possibilità di uno scambio (Livello 1).

Reagire in modo collaborativo ai discorsi o alle richieste dell’interlocutore

Attivare tutte le proprie risosrse (gesti, mimica, rappresentazioni grafiche, ecc.) per rispondere a sollecitazioni in una lingua sconosciuta (Livello I)

 

5.2.2. Saper partecipare alla dinamica di una interazione in situazone guidata o istituzionale

 

Condividere un contratto di comunicazione plurilingue

 

Nei contesti educativi o professionali si definisce collettivamente un contratto di comunicazione esplicita. Il principio base dell’intercomprensione è che ogni partecipante comunica nella sua lingua preferita (lingua madre, lingua di scolarizzazione, lingua meglio padroneggiata); a seconda delle esigenze, altre forme d’interazione plurilingue (alternanza di codici, autotraduzione, ricorso momentaneo a una lingua terza) possono essere adottate dal gruppo ( Livello I-II).

 

Impegnarsi attivamente nella definizione e nella realizzazione del compito

Si tratta di seguire e di alimentare le differenti fasi del progetto da realizzare, collaborare alla pianificazione del compito (Livelli II-III)

Partecipare allo sviluppo tematico della comunicazione

Rivolgersi al gruppo, riprendere e valutare diverse proposte, sintetizzare per avanzare, incitare a intervenire, formulare proposte per il gruppo, sono competenze da sviluppare al livello III.

 

arricchire il dialogo interculturale

I partecipanti colgono le occasioni per fornire informazioni socioculturali oltre che il loro punto di vista personale sugli aspetti culturali evocati (Livelli II-III).

 

5.2.3. Saper modulare la propria espressione per facilitare l’interazione plurilingue (interproduzione)

informarsi sul profilo linguistico dei propri partner per tener contro delle loro competenze di ricezione

Si tratta di un preliminare sia linguistico che relazionale che permette di considerare le risorse disponibili nello scambio.


 

adattare la complessità lessicale all’interlocutore

 

- evitare il vocabolario familiare, le sigle, le abbreviazioni, l’argot, il gergo, le espressioni idiomatiche (in particolare al livello I).

- utilizzare le forme, le espressioni, i registri presumibilmente più trasparenti, come il vocabolario panromanzo, il lessico internazionale, le forme scientifiche e il lessico tecnico, che sono spesso basate su una radice greco-latina (Livello II).

Inserire volontariamente ridondanze lessicali che facilitino la comprensione

- ripetere le parole condivise anziché ricorrere a una ripresa pronominale;
- Inserire nel proprio intervento definizioni, spiegazioni, riformulazioni, parafrasi, sinonimi, iperonimi, antonimi per le parole della cui opacità si prende coscienza poco a poco grazie all’esperienza della comunicazione plurilingue (livelli II-III) [sadSINTASSI COMPLICATA NELL’ORIGINALE; CREDO VOLESSE DIRE QUESTO].

Adattare la complessità sintattica all’interlocutore senza per questo utilizzare forme grammaticalmente scorrette

Organizzare il contenuto del messaggio in modo chiaro ed esplicito (livello I-II):
- utilizzare frasi brevi e privilegiare la coordinazione sintattica alla subordinazione;
- seguire l’ordine soggetto-verbo-oggetto (S-V-O);
- scegliere preferibilmente i modi verbali personali con una voce attiva;
- evitare le costruzioni impersonali;
- esplicitare, se necessario, i pronomi soggetto;
- privilegiare la ripresa lessicale rispetto a quella pronominale.
Nello scritto:
- dividere il testo in brevi paragrafi e usare titoli e sottotitoli per guidare il lettore;
- sfruttarein modo pertinente le risorse tipografiche (elenchi, punteggiatura, grassetto, sottolineato...).

Adattare la densità informativa all’interlocutore

- calibrare la lunghezza degli interventi;
- limitare la quantità di informazioni nuove in ogni intervento

- riprendere gli elementi già condivisi durante lo scambio ;
- sincerarsi del grado di comprensione da parte degli interlocutori prima di andare avanti.

 

Adattare la complessità culturale all’interlocutore, senza per questo rendere asettico il proprio discorso

- maneggiare con prudenza l’implicitezza, l’humour, l’ironia che sono in genere culturalmente molto marcati; 
- fornire esempi in un universo largamente condiviso.

Utilizzare elementi non verbali per facilitare l’accesso al significato

 (in particolare, al livello I)
Nell’orale (nel faccia a faccia o nella comunicazione a distanza), accompagnare il proprio discorso con gesti, mimica, documenti visivi, oggetti.

Nello scritto, accompagnare il proprio discorso con immagini, video, icone, emoticons; usare una punteggiatura espressiva, segni tipografici...

Adattare la propria produzione orale all’interlocutore

- rallentare l’eloquio e curare la pronuncia;
- segmentare il flusso di parole per permettere all’interlocutore  di individuare più facilmente le forme (fenomeni di liaison, forme brevi ma portatrici di significato, apocopi, elisioni…).


 

5.2.4. Saper gestire il problemi di comprensione nell’interazione

 

Esplicitare ciò che si è compreso per assicurare la co-costruzione plurilingue del significato

 

Esplicitare ciò che si è compreso permette non soltanto di prevenire problemi di comprensione, ma anche di consolidare la competenza plurilingue degli interlocutori, grazie alla riformulazione dello stesso contenuto in un’altra lingua

 

Sottoporre agli interlocutori le proprie ipotesi di interpretazione del significato

Domandare agli altri di reagire alle proprie ipotesi, e non solo di esplicitare le incertezze; l’interazione che ne deriva mette in moto un processo di apprendimenti reciproci.

Rendere noti i propri problemi di comprensione e sollecitar e un rinforzo linguistico

Chiedere di ripetere, precisare, chiarire, eventualmente tradurre ciò che non si riesce a comprendere, senza per questo appesantire lo scambio con eccessive richieste di conferma (cfr. 1.3.2 Assumere la propria posizione di discente in EC).

Vigilare attivamente e reagire ai problemi di comprensione dei propri interlocutori

Si può rispondere alle domande d’aiuto con strategie mirate e diversificate; riformulare, ripetere, precisare, chiarire, sintetizzare, illustrare, eventualmente tradurre…

Si cercherà di tenere d’occhio la faccia dell’altro, valorizzandone lo sforzo di comprensione.